MODELLO |
VALUTAZIONE TCS |
PREZZO |
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CONTINENTAL WINTERCONTACT TS870 | ★★★★ | |
GOODYEAR ULTRAGRIP PERFORMANCE 3 | ★★★★ | |
MICHELIN ALPIN 6 | ★★★★ | |
DUNLOP WINTER SPORT 5 | ★★★★ | |
VREDESTEIN WINTRAC PRO | ★★★★ |
Indice Contenuti
Dopo due storici circuiti superveloci, Spa e Monza, la Formula Uno lascia l’Europa e si dirige a Est, sull’ultramoderno circuito cittadino di Singapore. Per assecondare la natura stop-start della pista, Pirelli ha scelto di portare il P Zero Red supersoft – lo pneumatico più morbido della gamma – e il P Zero White medium.
Il circuito di Marina Bay è unico non solo perchè ospita la sola gara in notturna del Campionato (anche se i Team continuano a seguire gli orari europei), ma anche perchè è la gara più lunga dell’anno, in genere sfiora il limite delle due ore, il che significa che le monoposto partono con il carico di carburante più pesante della stagione.
E’ anche una delle gare più umide dell’anno e, statisticamente, è molto elevata la probabilità di safety car. Tutti questi elementi influenzano l’usura e il degrado degli pneumatici, oltre alla strategia.
Il circuito dal punto di vista degli pneumatici
- La trazione qui è fondamentale poichè Singapore è il secondo circuito per numero di curve in calendario (23). L’asfalto tende ad essere sconnesso e scivoloso, e l’aderenza è compromessa dalla segnaletica dipinta sulla strada e dai tombini. Nonostante la mancanza di grip, le monoposto possono generare 4.3g in frenata.
- I livelli di umidità a Singapore oscillano tra il 75% e il 90%, il che significa che vi è una elevata probabilità di pioggia e, di conseguenza, di vedere in pista gli pneumatici da bagnato Cinturato Blue wet e Cinturato Green intermediate.
- A Singapore i tempi per il pit stop sono i più lunghi dell’anno, a causa del limite di velocità, qui ridotto a 60km/h, e della lunghezza della pit lane (404 metri).
Note tecniche sugli pneumatici
- Oltre ad essere una gara lunga, il consumo di carburante per chilometro è uno dei più alti dell’anno a causa della la natura stop-start del circuito. Circa la metà del giro è speso a tutto gas, ma ci sono anche diversi punti di frenata.
- Tutti i piloti andati a podio lo scorso anno hanno usato una strategia di due soste. Sebastian Vettel ha vinto la gara, partendo dalla terza posizione in griglia con i P Zero Red supersoft e poi completando due stint con i P Zero Yellow soft. Jenson Button è arrivato secondo utilizzando esattamente la stessa strategia. Tutti i primi 10 piloti in griglia hanno iniziato la gara con la mescola più morbida.
- La strategia di gara a Singapore deve essere molto flessibile, occorre tener conto dell’ elevata probabilità di safety car (lo scorso anno entrò due volte). Con la safety car i piloti possono approfittare di un pit stop”gratuito”; inoltre, diminuisce l’usura complessiva e il degrado degli pneumatici, poichè i tempi sul giro sono molto più lenti.
Paul Hembery: “Le gomme che stiamo portando a Singapore rappresentano una scelta diversa rispetto allo scorso anno, dove avevamo optato per le supersoft e le soft. Questo cambiamento deriva dal fatto che le gomme 2013 sono generalmente più morbide, al fine di massimizzare prestazioni e grip. Singapore è una pista piuttosto irregolare, caratteristica tipica dei circuiti cittadini: vi sono ad esempio strisce bianche o tombini che ne compromettono l’aderenza e la trazione. Essendo una gara notturna, le gomme dovranno far fronte ad una serie di parametri inediti, man mano che la temperatura ambientale e di pista evolverà. Le vetture correranno con il carico di carburante più pesante dell’anno, e questo avrà un effetto diretto sul consumo e sul degrado delle gomme. Sarà una gara lunga che darà ai Team l’opportunità di provare alcune strategie interessanti. Siamo stati sempre accolti benissimo a Singapore, che è probabilmente l’evento più spettacolare dell’anno per il pubblico. Il nostro obiettivo è da sempre quello di contribuire a questo show, fornendo pneumatici con il giusto compromesso tra prestazioni e degrado”.
Jean Alesi: “Non ho mai corso a Singapore, ma ho assistito al Gran Premio di due anni fa. Posso solo descriverlo come uno spettacolo incredibile: quello che gli organizzatori sono riusciti a fare lascia senza fiato. Ed è fantastico anche da guardare in TV. E’ una gara dura per i piloti e per le monoposto, ma forse lo è meno per le gomme: la velocità media non è particolarmente elevata e ci sono molti stop e start con bassa aderenza: tutte condizioni che generalmente non stressano troppo le gomme. Per i piloti invece la questione è diversa: le alte temperature, l’umidità e la lunghezza della gara mettono a dura prova il fisico. Dopo Spa e Monza, due circuiti molto difficili per le gomme sui quali Pirelli ha fatto un lavoro fantastico, ci troviamo ora su un tracciato completamente diverso; sarà interessante vedere che tipo di strategie formuleranno qui le squadre con la combinazione supersoft e medie”.
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