MODELLO | VALUTAZIONE TCS | PREZZO |
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CONTINENTAL WINTERCONTACT TS870 | ★★★★ | |
GOODYEAR ULTRAGRIP PERFORMANCE 3 | ★★★★ | |
MICHELIN ALPIN 6 | ★★★★ | |
DUNLOP WINTER SPORT 5 | ★★★★ | |
VREDESTEIN WINTRAC PRO | ★★★★ |
L’appuntamento che concluderà le tappe in Estremo Oriente del calendario 2013 è uno dei più attesi dell’intera stagione. Il Gran Premio del Giappone, che si svolge sul bellissimo circuito di Suzuka, ha avuto un ruolo di grande importanza nella storia della Formula 1.
Per ben tredici volte è stata questa gara ad assegnare il titolo iridato riservato ai piloti, regalando emozioni e copioni a volte del tutto imprevedibili. Nella storia del Gran Premio del Giappone il circuito di Suzuka è la sede per eccellenza, e il prossimo weekend questa pista ospiterà per la venticinquesima volta il Circus della Formula 1. Solo in quattro occasioni la gara nel paese del Sol Levante si è spostata al Fuji Speedway, ma negli ultimi anni Suzuka è diventata una tappa insostituibile.
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Originariamente questa pista fu realizzata dalla Honda per essere utilizzata come banco di prova dedicato a test di auto e moto. I 5,807 chilometri di lunghezza contengono una grande varietà di curve e una conformazione che riproduce un ‘otto’ con varie tipologie di pendenze. Il tracciato rappresenta una sfida molto impegnativa per i piloti, e nessuno meglio di loro può descriverci le caratteristiche e le emozioni che questa pista sa regalare.
“E’ fantastica, per me è indubbiamente uno dei migliori circuiti dell’intera stagione” – spiega Felipe Massa – “Spa e Suzuka sono le due piste che mi regalano la maggior soddisfazione di guida, e soprattutto il primo settore del circuito giapponese è davvero qualcosa di speciale. La sequenza di curve, i cambi di direzione e le variazioni di pendenza regalano un feeling unico. Una pista vera, un posto nel quale fa davvero piacere uscire dai box e guidare una monoposto. Anche nel secondo settore c’è una curva a destra molto veloce ed impegnativa. Poi si arriva al famoso tornantino, il punto più lento della pista, e si entra successivamente nel terzo settore, dove ci si lancia su un rettilineo che porta alla chicane finale. Mettiamo insieme tutto questo, e avremo una grossa fetta delle possibili configurazioni di un tracciato da corsa.”
Anche Fernando Alonso conferma quanto descritto dal suo compagno di squadra, indicando il primo settore come il punto più bello del tracciato.
“Suzuka è sicuramente una pista molto bella, soprattutto il primo settore con la sua sequenza di ‘esse’ velocissime che va affrontato in modo molto aggressivo” – spiega il pilota spagnolo – “E l’aerodinamica è il fattore fondamentale per essere competitivi, a causa delle numerose curve che si percorrono ad alta velocità. Poi c’è la variabile meteorologica, difficilmente prevedibile soprattutto in questo periodo dell’anno, un altro aspetto che rende questa gara impegnativa non solo per i piloti, ma anche per gli ingegneri.”
Non è mai piacevole quando squadre e piloti scendono in pista circondati da tribune semideserte offrendo uno spettacolo destinato alle sole telecamere, ma non è il caso di Suzuka.
Il Gran Premio del Giappone è sempre stato all’insegna del ‘tutto esaurito’, e la presenza di un pubblico numerosissimo ed appassionato crea un’atmosfera molto gratificante per tutti gli addetti ai lavori.
“Credo che il Giappone abbia un pubblico incredibile e una grossa fetta di questi appassionati sono tifosi della Ferrari” – racconta Felipe. “La gente inizia a riempire le tribune già dalla giornata di giovedì, quando nessuna monoposto scende in pista, e che il meteo sia soleggiato o piovoso non fa differenza. Questo è un aspetto che testimonia l’incredibile passione che tanti giapponesi nutrono per questo sport, la gente qui nutre un vero e proprio amore per la Formula 1. E nonostante il grande numero di appassionati che affollano le tribune, tutti si muovono con grande educazione e rispetto. Penso che visitare il Giappone, e trascorrere un po’ di tempo calandosi in questa cultura, sia una lezione di vita.”
Il pubblico di Suzuka è tradizionalmente molto competente, ma non è sempre facile per gli spettatori interpretare il lavoro che le squadre effettueranno, soprattutto nelle sessioni di prove libere.
“Il venerdì di norma è dedicato ai test di nuove componenti tecniche che vengono portate in pista nel weekend, ma in questa fase della stagione gli sviluppi tendono naturalmente a diminuire” – spiega Fernando. “Il programma di lavoro nella prima sessione del weekend prevede prove aerodinamiche, mentre nel turno pomeridiano i test sono mirati alla valutazione degli pneumatici e delle due mescole in uso nel weekend. I test sono sempre differenziati tra prove in configurazione di qualifica e long-run in vista della corsa”.
“La prima sessione di prove libere permette di iniziare a capire come reagisce la vettura alle caratteristiche della pista, e si cerca di indirizzare il lavoro nella giusta direzione sul fronte dell’assetto” – aggiunge Felipe. “Nel primo turno normalmente non si percorrono molti giri, mentre nella sessione pomeridiana si comincia con qualche giro utilizzando pneumatici nuovi per simulare la qualifica. Successivamente, si passa alla simulazione di gara, ovviamente dopo essersi fermati ai box ed aver imbarcato una corposa quantità di carburante. In genere il lavoro di questa sessione è più mirato alla corsa, e raccogliamo molti dati sul comportamento della vettura con serbatoi pieni. Nel terzo turno di prove del sabato mattina il lavoro è invece indirizzato nuovamente alla performance velocistica sul singolo giro, ovviamente in vista delle qualifiche che si disputano nel pomeriggio”.
Il circuito di Suzuka rappresenta una sfida molto impegnativa anche per gli ingegneri. Uno degli elementi chiave intorno al quale si svolge il lavoro di preparazione è la grande necessità di carico aerodinamico. Il tracciato non ha grandi allunghi, ed anche il rettilineo principale davanti ai box non è molto esteso. Il primo settore predilige una monoposto rigida, in grado di interpretare al meglio i rapidi e decisi cambi di direzione, mentre una delle componenti che non è particolarmente sollecitata su questa pista è l’impianto frenante.
È presente solo una zona dove i piloti devono effettuare una forte decelerazione, ed è la frenata che precede l’ultima chicane prima del rettilineo d’arrivo. Anche gli pneumatici sono particolarmente sollecitati e la scelta della Pirelli sul fronte delle mescole è indirizzata verso le due più dure, ossia quella Hard e quella Medium.
Fernando ha vinto due volte il Gran Premio del Giappone, l’ultima delle quali sul circuito del Fuji nel 2008.
“Ma il ricordo più bello è indubbiamente quello legato alla gara del 2006, quando ho vinto qui a Suzuka, un successo risultato di importanza cruciale per la conquista del titolo mondiale”, ricorda. “Un bellissimo ricordo anche perché il Giappone per me è un posto molto particolare. Mi piace molto la cultura di questo paese, mi affascina l’importanza che rivestono l’istruzione e la disciplina, così come l’approccio sempre molto gentile delle persone. Io sono un appassionato della cultura samurai, che per me è fonte d’ispirazione. E questo aspetto contribuisce a rendermi ancora più motivato ad affrontare questa tappa del mondiale.”
Anche Felipe conosce bene il podio del circuito di Suzuka. “Ho dei bei ricordi legati a questa pista, dove in due occasioni ho conquistato la piazza d’onore. Nel 2006 sono scattato dalla pole position dopo aver fatto un fantastico giro in qualifica, e ho poi concluso la gara al secondo posto. Ma anche il podio dello scorso anno è stata particolarmente piacevole. Credo che il mio stile di guida si adatti bene a questo tracciato, un po’ ‘vecchio stile’. Mi piacerebbe vincere su questo circuito soprattutto per l’incredibile piacere che ti regala affrontandolo curva dopo curva”.
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