MODELLO | VALUTAZIONE TCS | PREZZO |
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CONTINENTAL WINTERCONTACT TS870 | ★★★★ | |
GOODYEAR ULTRAGRIP PERFORMANCE 3 | ★★★★ | |
MICHELIN ALPIN 6 | ★★★★ | |
DUNLOP WINTER SPORT 5 | ★★★★ | |
VREDESTEIN WINTRAC PRO | ★★★★ |
Indice Contenuti
Prima di tutto il chiodo: per sviluppare il nuovo Ice Zero 2, presentato sul proving ground Pirelli in Svezia, gli ingegneri della Bicocca sono partiti dal principale elemento capace di offrire aderenza sul ghiaccio.
Il chiodo, appunto. Questa tipologia di pneumatici presenta complessità tecniche che richiedono un intenso lavoro di progettazione per riuscire a garantire le richieste del mercato, richieste che hanno guidato lo sviluppo dell’Ice Zero 2: prestazioni sul ghiaccio, comfort di guida, bassa rumorosità.
E il chiodo diventa determinante: rispetto alla generazione precedente, sono migliorate le prestazioni di frenata e trazione ma contemporaneamente gli ingegneri Pirelli sono riusciti a diminuire il rumore provocato dal rotolamento, grazie alla nuova disposizione dei chiodi.
Inoltre, sono cresciute anche le prestazioni sull’asciutto, merito di una ridotta profondità del battistrada e degli intagli 3D sulla spalla.
DA 130 A 190 CHIODI
Il chiodo dell’Ice Zero 2, derivato da quello progettato per la prima versione dell’Ice Zero e brevettato da Pirelli, ha ricevuto diversi aggiornamenti. In particolare, è stato ridimensionato e alleggerito (da 1,1 grammi a 0,9 mentre l’altezza è scesa da 11 a 10 mm), per contenere la massa totale del pneumatico.
Poi, è aumentato il numero di chiodi sul battistrada: rispetto alla prima generazione di Ice Zero, si è passati da circa 130 a 190 chiodi innestati sulla superficie della gomma. La nuova disposizione, elaborata con simulazioni 3D, inoltre, ha consentito di valorizzare la frenata, massimizzando la sicurezza.
OLTRE 1500 ORE DI SIMULAZIONE
Se il chiodo ha il compito di creare attrito con la superficie stradale, ci sono altri elementi che ne valorizzano l’efficacia. La sede che ospita il chiodo all’interno del battistrada è decisiva per trasferire l’attrito al pneumatico, quindi è stata adottata una mescola non troppo morbida anche per migliorare la ritenzione del chiodo stesso.
Invece, la disposizione dei chiodi sulla superficie della gomma garantisce il giusto bilanciamento fra esigenze spesso contrastanti, come le prestazioni in trazione o frenata e il contenimento del rumore di rotolamento. Questi aspetti sono stati elaborati in più di 1500 ore di modeling al computer, con simulazioni 3D che hanno permesso di prevedere nei dettagli il comportamento del chiodo, altrimenti impossibile da verificare attraverso test dinamici con lo stesso livello di precisione.
Il layout della disposizione dei chiodi, determinato dalla simulazione virtuale, ha generato 24 differenti piste sul battistrada: questa complessità garantisce sia un’elevata aderenza in fase di elevato slittamento sia la minima rumorosità che una distribuzione regolare avrebbe provocato.
Il tutto ottenuto e integrato con un disegno del battistrada capace di trovare la conciliazione migliore fra le esigenze primarie del prodotto chiodato e la riduzione del rumore, oltre a mantenere ottime performance in condizioni di neve, anche profonda, situazione tipica nelle regioni per cui il prodotto è dedicato.
Il percorso di sviluppo non ha intaccato le qualità riconosciute alla prima generazione di Ice Zero, in particolare la durata delle prestazioni nel tempo.
Per confermare e aumentare il livello raggiunto, sono state innovate le tecnologie di chiodatura, con nuovi macchinari sviluppati appositamente. Anche il percorso di sviluppo ha visto l’adozione di nuovi processi, con l’avvio di procedure sperimentali dedicate nel reparto di Indoor Testing di Pirelli a Milano.
PER IL SEGMENTO HIGH VALUE
Il nuovo Ice Zero 2 entra in gamma accanto al precedente Ice Zero e all’Ice Zero FR (non chiodato). Rispetto alla prima generazione che va ad affiancare, l’Ice Zero 2 si focalizza maggiormente sulle vetture di alta fascia, coerentemente con la strategia di posizionamento della P lunga.
Sulle misure dai 18” in su, Pirelli si è affermata come leader di mercato, anche nel segmento degli invernali dove conta il maggior numero di pneumatici marcati che rappresentano il 69% del totale. La gamma completa conta a oggi 850 winter omologati, 40 misure esclusive e la più ampia offerta di pneumatici run flat per la stagione invernale.
Parte fondamentale di tale strategia sono i due nuovi proving ground Pirelli. Sul Passo del Tonale, il più vicino alla sede R&D di Pirelli a Milano, e Flurheden in Svezia, con oltre 20 chilometri di piste su neve e ghiaccio, dove a ogni stagione si possono effettuare oltre 100 giorni di test, per più di 25.000 chilometri e con oltre 30.000 pneumatici.
Anche gli stabilimenti produttivi specializzati sui prodotti winter giocano un ruolo determinante: in particolare, gli impianti russi di Kirov (1.800 dipendenti e 6 milioni di pneumatici previsti nel 2019) e Voronezh (1.000 dipendenti, 2,2 milioni di pneumatici), quest’ultimo focalizzato su prodotti high value.
Nel mercato del Nord Europa, invece, è stata decisiva l’acquisizione del circuito distributivo svedese, Däckia Holding.
La gamma del nuovo chiodato Pirelli parte dai 16 pollici e raggiunge i 22”, disponibile in versione Ice Zero 2 per equipaggiare le berline anche sportive e Scorpion Ice Zero 2 per la nuova di generazione di suv e crossover, veicoli che offrono prestazioni elevate e richiedono la massima aderenza possibile.
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